Tutto lo sballo minuto per minuto
Come agiscono le sostante stupefacenti, le cosiddette
droghe? Oltre a dare dipendenza, quali conseguenze hanno sul nostro organismo?
E bruciano per davvero i neuroni? Ecco come funziona e dove porta la ricerca
del piacere artificiale.
In sintesi
1) Le droghe sostituiscono, nel cervello, sostanze prodotte
dal corpo.
2) La sostituzione compromette il funzionamento del
cervello...
3) ... e crea scorciatoie verso sensazioni illusorie di
piacere.
4) Ottenere la droga diventa così l'obiettivo più importante
al mondo.
5) Col tempo il cervello funziona in condizioni sempre più
alterate...
6) ... finché il corpo stesso accusa il colpo.
Una storica campagna di Pubblicità Progresso del 1989
recitava Chi ti droga ti spegne. Uno slogan perfetto, sia in termini
pubblicitari sia scientifici: alcool, canne e pasticche infatti spengono lo
sguardo e intere zone del cervello, ingannano i meccanismi chimici che regolano
il suo funzionamento e alterano in chi le utilizza la percezione della realtà.
5 BASI PER TUTTE LE DROGHE DEL MONDO
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono
sostanze psicoattive tutte quelle che, una volta assunte, sono in grado di
modificare l'equilibrio psicofisico di un individuo, il suo umore e le sue
attività mentali.
Queste sostanze agiscono nel cervello sui meccanismi che
normalmente regolano il comportamento, il pensiero e la motivazione.
«Le droghe non sono infinite», spiega a Focus.it Gian Luigi
Gessa, neuro-psico-farmacologo e professore emerito presso il Dipartimento di
neuroscienze dell'Università di Cagliari. «Sono cinque sostanze naturali dalle
quali provengono tutte le altre: alcool, cocaina, morfina/eroina, cannabis e
nicotina.»
Tutte le altre droghe, chiamate anche droghe di sintesi (o
droghe d'autore), si limitano a imitare effetti e caratteristiche di queste
cinque. Per esempio le benzodiazepine, utilizzate in alcuni farmaci
ansiolitici, imitano l'azione dell'alcool sul cervello senza portarsi dietro anche
gli effetti dell'abuso di alcool sul fegato.
Le droghe secondo l'OMS
L'Organizzazione mondiale della sanità, classifica le droghe
in tre grandi gruppi.
# Sostanze psicoattive a uso terapeutico: medicinali che
agiscono sul cervello e sul sistema nervoso, come sonniferi, tranquillanti,
psicofarmaci, anestetici e alcuni antidolorifici.
# Droghe legali: le sostanze il cui utilizzo è normalmente
ammesso dalle legislazioni dei diversi paesi, che hanno comunque qualche tipo
di effetto psicoattivo sul cervello del consumatore. Alcool, nicotina e
caffeina sono le più diffuse.
# Droghe illecite: sostanze psicoattive normalmente non
usate in medicina. Sono oppiacei, cannabinoidi, allucinogeni, ipnotici,
inalanti, sedativi, cocaina e altri stimolanti la cui produzione e
commercializzazione sono proibite nella maggior parte dei paesi occidentali.
FATTI E SODDISFATTI
Tutte le sostanze psicoattive agiscono sul cervello
sfruttando il complicato meccanismo del piacere, che regola attività come il
cibarsi o il sesso», spiega Gessa. «Quale animale sceglierebbe di accoppiarsi e
affrontare una gravidanza, attività assolutamente dispendiosa dal punto di
vista energetico, se non ci fosse il piacere come ricompensa?»
Ma anche il piacere, quando diventa ricerca ossessiva fine a
se stessa, non fa bene, ed è per questo che la natura ha scelto di regolarlo
tramite un circuito di controllo. Quando il comportamento che provoca piacere
viene ripetuto, i livelli di soddisfazione diminuiscono: dopo quattro porzioni,
anche il nostro piatto preferito diventa indigesto. Questo invece non accade
con le sostanze psicotrope, il cui desiderio, come sanno bene i fumatori, non
si abbassa mai. E finisce per diventare ossessione e poi dipendenza.
LA TOSSICODIPENDENZA È UNA MALATTIA?
«La dipendenza da sostanze psicoattive è una vera e propria
malattia neurologica, come il Parkinson o l'Alzheimer, che coinvolge il sistema
motivazionale del cervello, ingannandolo», spiega Gessa. Le droghe di cui
parliamo riescono infatti a sostituirsi ad alcune sostanze chimiche prodotte
normalmente dal nostro organismo, le cosiddette sostanze (o droghe) endogene,
indispensabili per regolare meccanismi di sopravvivenza come l'alimentazione o
la riproduzione. In un cervello sano, la percezione dell'oggetto del desiderio,
e poco importa che sia il profumo di pizza o la vista di un potenziale partner,
attiva una sequenza ben precisa, regolata appunto da sostanze endogene:
1) aumento dell'attenzione;
2) desiderio (di consumare);
3) consumo;
4) piacere;
5) voglia di rifarlo...
NE VOGLIO ANCORA!
Le droghe esogene, ossia quelle introdotte artificialmente
nell'organismo, fanno inceppare questo processo: il piacere derivante dal loro
consumo è così tanto più intenso rispetto a quello prodotto dall'azione normale
da rendere quest'ultima trascurabile. Le sensazioni prodotte dall'eroina
possono per esempio essere molto più intense di quelle che si provano durante
un orgasmo, e sono perciò capaci di sostituire il desiderio sessuale. Gli
stimoli fisiologici come la fame, la sete o il sesso non vengono insomma più
recepiti e l'unico desiderio è per la droga.
La diagnostica per immagini di ultima generazione (una
tecnica di risonanza magnetica) ha per esempio permesso di scoprire che la
cocaina agisce sugli stessi centri nervosi dell'amore, e il cervello impara in
fretta ad apprezzare - e a preferire - questa "scorciatoia".
Tra le droghe esogene e quelle endogene (ossia le sostanze
prodotte normalmente dal nostro corpo) c'è una precisa corrispondenza:
# la marijuana si sostituisce all'anandamide, un
neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di regolazione dell'appetito, della
memoria, della riproduzione e della proliferazione cellulare (che è alla base
della crescita dei tumori);
# la cocaina si sostituisce alla dopamina, neurotrasmettitore
implicato nei processi di genesi e gestione del movimento e dell'umore;
# l'eroina si sostituisce alle endorfine, coinvolte nei
processi di gestione del dolore (ne innalzano la soglia), del comportamento,
dell'apprendimento, delle emozioni e del sonno;
# l'alcool si sostituisce all'acido gamma aminobutirrico, il
principale acido inibitorio del sistema nervoso centrale, che svolge un ruolo
chiave nella trasmissione degli stimoli ai neuroni ed è direttamente
responsabile della regolazione del tono muscolare;
# l'ecstasy pompa la serotonina e blocca la dopamina;
l'effetto combinato porta da una sensazione di forza inesauribile a un collasso
cerebrale fatto di ansia, depressione e incapacità di elaborare informazioni
sensoriali.
Cocaina tagliata male...
Da quando le organizzazioni malavitose hanno compreso che
ampliando il mercato ai consumatori di tutte le tasche i guadagni sarebbero
aumentati, si è registrata una graduale riduzione della purezza del prodotto.
Oggi c'è più cocaina che in passato. Quella a basso pezzo è tagliata con
sostanze più scadenti. Ed è più pericolosa.
I narcotrafficanti colombiani utilizzano un
antiparassitario, il levamisole, per allungare la cocaina. Di 100 grammi di
polvere bianca spediti in Europa o Nord America, spesso soltanto 80 sono di
cocaina pura. I narcos ci guadagnano... i consumatori rischiano la salute (vedi
box in basso).
I narcotrafficanti colombiani utilizzano un
antiparassitario, il levamisole, per allungare la cocaina. Di 100 grammi di
polvere bianca spediti in Europa o Nord America, spesso soltanto 80 sono di
cocaina pura. I narcos ci guadagnano... i consumatori rischiano la salute (vedi
box in basso).
Complice il crollo dei prezzi iniziato esattamente con il
nuovo millennio, per mantenere elevata la redditività della vendita di cocaina
la soluzione migliore è stata quella di tagliarla. Questa operazione permette
di massimizzare i profitti offrendo con lo stesso "marchio" una
tipologia di prodotto adatto a tutte le tasche. Ovviamente le dosi vendute a
prezzi popolari contengono percentuali di cocaina molto basse (a volte
inferiori al 10 percento, ma questa informazione viene da fonte anonima)
soprattutto dove l'adulterazione è la regola.
LA LEGGE DELL'ECONOMIA È UGUALE PER TUTTI
Va infatti anche compreso che il mercato illegale ha le
stesse regole di qualunque altro mercato: ci sono quindi operatori che fanno
della loro "serietà" un tratto distintivo e che si rivolgono a una
tipologia di clientela esigente e in grado di riconoscere la qualità del prodotto
venduto, e operatori che si rivolgono a una tipologia di cliente sprovveduto e
assolutamente inadatto a riconoscere il prodotto che gli viene venduto. In
questa ultima categoria rientrano evidentemente i più giovani, che aumentano
così esponenzialmente i rischi cui si espongono.
PARASSITI E PAGANTI
L'adulterazione della sostanza avviene già alla fonte.
Secondo la Dea americana, l'agenzia governativa che combatte il traffico di
stupefacenti, già i produttori colombiani mischiano con percentuali variabili
alla coca purissima un farmaco antiparassitario utilizzato in veterinaria: il
levamisole. Alcuni sequestri effettuati dalle forze dell'ordine hanno permesso
di rilevare un rapporto di 1/5: su cento grammi di prodotto all'ingrosso quindi
solo 80 grammi sono rappresentati da cocaina [fonti USA].
LEVAMISOLE
È un farmaco antineoplastico usato per il trattamento del
cancro del colon e come antiparassitario in veterinaria. L'ingestione di
cocaina adulterata con levamisole può produrre agranulocitosi (patologia del sangue)
e ridurre notevolmente i globuli bianchi fino a inibire la capacità di
combattere le infezioni. Soggetti che sniffano, si iniettano o fumano cocaina
adulterata con levamisole possono perciò sviluppare rapidamente infezioni anche
fatali.
QUESTIONI DI TAGLIO
La cocaina venduta dagli spacciatori è spesso ulteriormente
tagliata (diluita) con sostanze come l'amido di granturco, lo zucchero a velo,
raramente il bicarbonato o il talco o la caffeina.
Nella cocaina di strada può anche essere presente procaina,
lidocaina o altri anestetici locali che simulano alcune caratteristiche della
cocaina (sapore, effetto di anestesia locale sulla lingua). Inoltre, la cocaina
può essere mischiata con altre droghe, come l'eroina o le anfetamine. La
diluizione non viene effettuata soltanto con sostanze che amplificano
l'utilizzo, ma anche con mix di prodotti la cui combinazione risulta più o meno
pericolosa, come nel caso di anfetamine, antiparassitari e atropina.
Ecstasy
Disturbi del comportamento e disinteresse per il sesso sono
i primi effetti di questa sostanza che sembra fatta apposta per divorare
energie e sogni di chi la usa. Fino a uccidere di fatica chi non si ferma in
tempo.
L'ecstasy ha un periodo d'oro negli anni '70-80, quando,
usata in psichiatria, era considerata la "penicillina dell'anima", in
quanto sembrava aiutare i pazienti a comprendere meglio i propri problemi. Lo
studio dei suoi effetti portò però presto a comprendere che non aveva alcun
ruolo nell'indagine psichiatrica né nella terapia, e nel 1985 venne messa al
bando. Oggi le pastiglie di ecstasy vengono consumate principalmente nelle
discoteche e durante i rave party, spesso insieme ad alcolici e superalcolici,
e la facilità di assunzione (niente siringhe né inalazione) ha di molto
abbassato l'età dei suoi potenziali consumatori, che si ritiene possano
iniziare anche a 11-12 anni. Non è ancora chiaro se questa sostanza dia
dipendenza, ma uno studio ha rilevato nel 43% dei giovani consumatori tutti i
sintomi del cosiddetto craving: mancanza di appetito, fatica, depressione e
difficoltà di concentrazione, seguiti da desiderio compulsivo con perdita di
controllo e passaggio all'atto. Questa definizione è quella attualmente
utilizzata dalla maggior parte degli operatori del settore per definire i
sintomi della dipendenza da sostanze stupefacenti.
10 anni con Meth... la metamfetamina. Questa è una sequenza
di immagini segnaletiche della stessa persona nell'arco di dieci anni: dedita
alle metamfetamine, all'ottavo anno aveva perso quasi tutti i denti, al decimo
era praticamente cieca.
10 anni con Meth... la metamfetamina. Questa è una sequenza
di immagini segnaletiche della stessa persona nell'arco di dieci anni: dedita
alle metamfetamine, all'ottavo anno aveva perso quasi tutti i denti, al decimo
era praticamente cieca.
COME AGISCE SUL CERVELLO
L'ecstasy altera l'attività di alcuni neurotrasmettitori: in
particolare, aumenta il rilascio di serotonina e riduce la produzione di
dopamina. Il livello di serotonina è determinante nella regolazione dell'umore
e del comportamento: ecco perché l'assunzione di ecstasy provoca comportamenti
aggressivi che possono durare anche parecchi giorni. Ma i primi effetti
dell'ecstasy sono assolutamente piacevoli: stimolazione mentale, calore,
benessere, apertura verso gli altri e diminuzione dell'ansia. È la diretta
conseguenza dell'alterazione del circuito della dopamina e dei meccanismi del
piacere. Le sue proprietà stimolanti consentono, per esempio, di ballare
ininterrottamente per ore senza avvertire la fatica né altri "segnali
d'allarme" dal proprio corpo (salvo poi "collassare"
improvvisamente). Le sensazioni spiacevoli subentrano in un secondo momento:
vertigini, ansia, agitazione, indifferenza verso il pericolo e depressione, che
possono manifestarsi anche per diversi giorni dopo l'assunzione. L'ecstasy
comporta dunque disturbi gravi del comportamento, e la mancanza di appetito o
il ridotto interesse verso il sesso sono solo alcune delle conseguenze sui
consumatori abituali.
Anche se non "brucia" i neuroni nel vero senso della
parola, nel lungo periodo compromette le facoltà mentali: la diagnostica per
immagini (risonanza magnetica) ha permesso di scoprire, nei forti consumatori
di questa sostanza, una diminuzione dell'attività cerebrale nelle aree che
riguardano la conoscenza e il movimento. Le conseguenze sono l'incapacità di
elaborare informazioni e di svolgere attività come la guida dell'auto o della
moto.
INVINCIBILE. PER FINTA
Le proprietà stimolanti dell'ecstasy spingono chi la assume
a una intensa attività fisica per periodi prolungati: non si percepisce la
fatica e questo porta a un improvviso innalzamento della temperatura corporea,
danni a muscoli e reni, disidratazione e, nei casi più gravi, infarto.
L'ecstasy raggiunge il flusso sanguigno molto rapidamente ma, una volta
arrivato nel corpo, interferisce con la capacità dell'organismo di
metabolizzare le sue componenti tossiche. Per questo motivo le successive dosi
di questa sostanza possono produrre un elevato aumento della pressione
sanguigna e danneggiare l'apparato cardiovascolare.
Fonte Wikipedia
Metanfetamina
Effetti a lungo
termine
L'utilizzo a lungo termine di
metanfetamina provoca innanzitutto dipendenza. Oltre a questo si può
riscontrare in soggetti che utilizzano abitualmente questa sostanza la
manifestazione di sintomi come comportamenti violenti, ansia, confusione,
insonnia, paranoia e disturbi della personalità. Nel giro di alcuni mesi chi
utilizza abitualmente questa droga ha effetti irreversibili sulle cellule
cerebrali, soprattutto quelle produttrici di dopamina, che vengono danneggiate
gravemente[1]. Inoltre si hanno molti altri effetti come perdita dei denti[2] e
dei capelli[senza fonte]. Essendo tossica e composta utilizzando sostanze
dannose può provocare la morte per overdose di chi ne fa uso.
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