lunedì 3 febbraio 2014

DROGHE EFFETTI




Tutto lo sballo minuto per minuto

Come agiscono le sostante stupefacenti, le cosiddette droghe? Oltre a dare dipendenza, quali conseguenze hanno sul nostro organismo? E bruciano per davvero i neuroni? Ecco come funziona e dove porta la ricerca del piacere artificiale.
In sintesi

1) Le droghe sostituiscono, nel cervello, sostanze prodotte dal corpo.

2) La sostituzione compromette il funzionamento del cervello...

3) ... e crea scorciatoie verso sensazioni illusorie di piacere.

4) Ottenere la droga diventa così l'obiettivo più importante al mondo.

5) Col tempo il cervello funziona in condizioni sempre più alterate...

6) ... finché il corpo stesso accusa il colpo.

Una storica campagna di Pubblicità Progresso del 1989 recitava Chi ti droga ti spegne. Uno slogan perfetto, sia in termini pubblicitari sia scientifici: alcool, canne e pasticche infatti spengono lo sguardo e intere zone del cervello, ingannano i meccanismi chimici che regolano il suo funzionamento e alterano in chi le utilizza la percezione della realtà.

5 BASI PER TUTTE LE DROGHE DEL MONDO
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono sostanze psicoattive tutte quelle che, una volta assunte, sono in grado di modificare l'equilibrio psicofisico di un individuo, il suo umore e le sue attività mentali.

Queste sostanze agiscono nel cervello sui meccanismi che normalmente regolano il comportamento, il pensiero e la motivazione.

«Le droghe non sono infinite», spiega a Focus.it Gian Luigi Gessa, neuro-psico-farmacologo e professore emerito presso il Dipartimento di neuroscienze dell'Università di Cagliari. «Sono cinque sostanze naturali dalle quali provengono tutte le altre: alcool, cocaina, morfina/eroina, cannabis e nicotina.»

Tutte le altre droghe, chiamate anche droghe di sintesi (o droghe d'autore), si limitano a imitare effetti e caratteristiche di queste cinque. Per esempio le benzodiazepine, utilizzate in alcuni farmaci ansiolitici, imitano l'azione dell'alcool sul cervello senza portarsi dietro anche gli effetti dell'abuso di alcool sul fegato.
Le droghe secondo l'OMS

L'Organizzazione mondiale della sanità, classifica le droghe in tre grandi gruppi.

# Sostanze psicoattive a uso terapeutico: medicinali che agiscono sul cervello e sul sistema nervoso, come sonniferi, tranquillanti, psicofarmaci, anestetici e alcuni antidolorifici.
# Droghe legali: le sostanze il cui utilizzo è normalmente ammesso dalle legislazioni dei diversi paesi, che hanno comunque qualche tipo di effetto psicoattivo sul cervello del consumatore. Alcool, nicotina e caffeina sono le più diffuse.
# Droghe illecite: sostanze psicoattive normalmente non usate in medicina. Sono oppiacei, cannabinoidi, allucinogeni, ipnotici, inalanti, sedativi, cocaina e altri stimolanti la cui produzione e commercializzazione sono proibite nella maggior parte dei paesi occidentali.

FATTI E SODDISFATTI
Tutte le sostanze psicoattive agiscono sul cervello sfruttando il complicato meccanismo del piacere, che regola attività come il cibarsi o il sesso», spiega Gessa. «Quale animale sceglierebbe di accoppiarsi e affrontare una gravidanza, attività assolutamente dispendiosa dal punto di vista energetico, se non ci fosse il piacere come ricompensa?»

Ma anche il piacere, quando diventa ricerca ossessiva fine a se stessa, non fa bene, ed è per questo che la natura ha scelto di regolarlo tramite un circuito di controllo. Quando il comportamento che provoca piacere viene ripetuto, i livelli di soddisfazione diminuiscono: dopo quattro porzioni, anche il nostro piatto preferito diventa indigesto. Questo invece non accade con le sostanze psicotrope, il cui desiderio, come sanno bene i fumatori, non si abbassa mai. E finisce per diventare ossessione e poi dipendenza.

LA TOSSICODIPENDENZA È UNA MALATTIA?
«La dipendenza da sostanze psicoattive è una vera e propria malattia neurologica, come il Parkinson o l'Alzheimer, che coinvolge il sistema motivazionale del cervello, ingannandolo», spiega Gessa. Le droghe di cui parliamo riescono infatti a sostituirsi ad alcune sostanze chimiche prodotte normalmente dal nostro organismo, le cosiddette sostanze (o droghe) endogene, indispensabili per regolare meccanismi di sopravvivenza come l'alimentazione o la riproduzione. In un cervello sano, la percezione dell'oggetto del desiderio, e poco importa che sia il profumo di pizza o la vista di un potenziale partner, attiva una sequenza ben precisa, regolata appunto da sostanze endogene:

1) aumento dell'attenzione;
2) desiderio (di consumare);
3) consumo;
4) piacere;
5) voglia di rifarlo...

NE VOGLIO ANCORA!
Le droghe esogene, ossia quelle introdotte artificialmente nell'organismo, fanno inceppare questo processo: il piacere derivante dal loro consumo è così tanto più intenso rispetto a quello prodotto dall'azione normale da rendere quest'ultima trascurabile. Le sensazioni prodotte dall'eroina possono per esempio essere molto più intense di quelle che si provano durante un orgasmo, e sono perciò capaci di sostituire il desiderio sessuale. Gli stimoli fisiologici come la fame, la sete o il sesso non vengono insomma più recepiti e l'unico desiderio è per la droga.
La diagnostica per immagini di ultima generazione (una tecnica di risonanza magnetica) ha per esempio permesso di scoprire che la cocaina agisce sugli stessi centri nervosi dell'amore, e il cervello impara in fretta ad apprezzare - e a preferire - questa "scorciatoia".


Tra le droghe esogene e quelle endogene (ossia le sostanze prodotte normalmente dal nostro corpo) c'è una precisa corrispondenza:

# la marijuana si sostituisce all'anandamide, un neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di regolazione dell'appetito, della memoria, della riproduzione e della proliferazione cellulare (che è alla base della crescita dei tumori);
# la cocaina si sostituisce alla dopamina, neurotrasmettitore implicato nei processi di genesi e gestione del movimento e dell'umore;
# l'eroina si sostituisce alle endorfine, coinvolte nei processi di gestione del dolore (ne innalzano la soglia), del comportamento, dell'apprendimento, delle emozioni e del sonno;
# l'alcool si sostituisce all'acido gamma aminobutirrico, il principale acido inibitorio del sistema nervoso centrale, che svolge un ruolo chiave nella trasmissione degli stimoli ai neuroni ed è direttamente responsabile della regolazione del tono muscolare;
# l'ecstasy pompa la serotonina e blocca la dopamina; l'effetto combinato porta da una sensazione di forza inesauribile a un collasso cerebrale fatto di ansia, depressione e incapacità di elaborare informazioni sensoriali.


Cocaina tagliata male...
Da quando le organizzazioni malavitose hanno compreso che ampliando il mercato ai consumatori di tutte le tasche i guadagni sarebbero aumentati, si è registrata una graduale riduzione della purezza del prodotto. Oggi c'è più cocaina che in passato. Quella a basso pezzo è tagliata con sostanze più scadenti. Ed è più pericolosa.
I narcotrafficanti colombiani utilizzano un antiparassitario, il levamisole, per allungare la cocaina. Di 100 grammi di polvere bianca spediti in Europa o Nord America, spesso soltanto 80 sono di cocaina pura. I narcos ci guadagnano... i consumatori rischiano la salute (vedi box in basso).
I narcotrafficanti colombiani utilizzano un antiparassitario, il levamisole, per allungare la cocaina. Di 100 grammi di polvere bianca spediti in Europa o Nord America, spesso soltanto 80 sono di cocaina pura. I narcos ci guadagnano... i consumatori rischiano la salute (vedi box in basso).
Complice il crollo dei prezzi iniziato esattamente con il nuovo millennio, per mantenere elevata la redditività della vendita di cocaina la soluzione migliore è stata quella di tagliarla. Questa operazione permette di massimizzare i profitti offrendo con lo stesso "marchio" una tipologia di prodotto adatto a tutte le tasche. Ovviamente le dosi vendute a prezzi popolari contengono percentuali di cocaina molto basse (a volte inferiori al 10 percento, ma questa informazione viene da fonte anonima) soprattutto dove l'adulterazione è la regola.

LA LEGGE DELL'ECONOMIA È UGUALE PER TUTTI
Va infatti anche compreso che il mercato illegale ha le stesse regole di qualunque altro mercato: ci sono quindi operatori che fanno della loro "serietà" un tratto distintivo e che si rivolgono a una tipologia di clientela esigente e in grado di riconoscere la qualità del prodotto venduto, e operatori che si rivolgono a una tipologia di cliente sprovveduto e assolutamente inadatto a riconoscere il prodotto che gli viene venduto. In questa ultima categoria rientrano evidentemente i più giovani, che aumentano così esponenzialmente i rischi cui si espongono.

PARASSITI E PAGANTI
L'adulterazione della sostanza avviene già alla fonte. Secondo la Dea americana, l'agenzia governativa che combatte il traffico di stupefacenti, già i produttori colombiani mischiano con percentuali variabili alla coca purissima un farmaco antiparassitario utilizzato in veterinaria: il levamisole. Alcuni sequestri effettuati dalle forze dell'ordine hanno permesso di rilevare un rapporto di 1/5: su cento grammi di prodotto all'ingrosso quindi solo 80 grammi sono rappresentati da cocaina [fonti USA].

LEVAMISOLE

È un farmaco antineoplastico usato per il trattamento del cancro del colon e come antiparassitario in veterinaria. L'ingestione di cocaina adulterata con levamisole può produrre agranulocitosi (patologia del sangue) e ridurre notevolmente i globuli bianchi fino a inibire la capacità di combattere le infezioni. Soggetti che sniffano, si iniettano o fumano cocaina adulterata con levamisole possono perciò sviluppare rapidamente infezioni anche fatali.

QUESTIONI DI TAGLIO
La cocaina venduta dagli spacciatori è spesso ulteriormente tagliata (diluita) con sostanze come l'amido di granturco, lo zucchero a velo, raramente il bicarbonato o il talco o la caffeina.
Nella cocaina di strada può anche essere presente procaina, lidocaina o altri anestetici locali che simulano alcune caratteristiche della cocaina (sapore, effetto di anestesia locale sulla lingua). Inoltre, la cocaina può essere mischiata con altre droghe, come l'eroina o le anfetamine. La diluizione non viene effettuata soltanto con sostanze che amplificano l'utilizzo, ma anche con mix di prodotti la cui combinazione risulta più o meno pericolosa, come nel caso di anfetamine, antiparassitari e atropina.


Ecstasy
Disturbi del comportamento e disinteresse per il sesso sono i primi effetti di questa sostanza che sembra fatta apposta per divorare energie e sogni di chi la usa. Fino a uccidere di fatica chi non si ferma in tempo.
L'ecstasy ha un periodo d'oro negli anni '70-80, quando, usata in psichiatria, era considerata la "penicillina dell'anima", in quanto sembrava aiutare i pazienti a comprendere meglio i propri problemi. Lo studio dei suoi effetti portò però presto a comprendere che non aveva alcun ruolo nell'indagine psichiatrica né nella terapia, e nel 1985 venne messa al bando. Oggi le pastiglie di ecstasy vengono consumate principalmente nelle discoteche e durante i rave party, spesso insieme ad alcolici e superalcolici, e la facilità di assunzione (niente siringhe né inalazione) ha di molto abbassato l'età dei suoi potenziali consumatori, che si ritiene possano iniziare anche a 11-12 anni. Non è ancora chiaro se questa sostanza dia dipendenza, ma uno studio ha rilevato nel 43% dei giovani consumatori tutti i sintomi del cosiddetto craving: mancanza di appetito, fatica, depressione e difficoltà di concentrazione, seguiti da desiderio compulsivo con perdita di controllo e passaggio all'atto. Questa definizione è quella attualmente utilizzata dalla maggior parte degli operatori del settore per definire i sintomi della dipendenza da sostanze stupefacenti.
10 anni con Meth... la metamfetamina. Questa è una sequenza di immagini segnaletiche della stessa persona nell'arco di dieci anni: dedita alle metamfetamine, all'ottavo anno aveva perso quasi tutti i denti, al decimo era praticamente cieca.
10 anni con Meth... la metamfetamina. Questa è una sequenza di immagini segnaletiche della stessa persona nell'arco di dieci anni: dedita alle metamfetamine, all'ottavo anno aveva perso quasi tutti i denti, al decimo era praticamente cieca.
COME AGISCE SUL CERVELLO
L'ecstasy altera l'attività di alcuni neurotrasmettitori: in particolare, aumenta il rilascio di serotonina e riduce la produzione di dopamina. Il livello di serotonina è determinante nella regolazione dell'umore e del comportamento: ecco perché l'assunzione di ecstasy provoca comportamenti aggressivi che possono durare anche parecchi giorni. Ma i primi effetti dell'ecstasy sono assolutamente piacevoli: stimolazione mentale, calore, benessere, apertura verso gli altri e diminuzione dell'ansia. È la diretta conseguenza dell'alterazione del circuito della dopamina e dei meccanismi del piacere. Le sue proprietà stimolanti consentono, per esempio, di ballare ininterrottamente per ore senza avvertire la fatica né altri "segnali d'allarme" dal proprio corpo (salvo poi "collassare" improvvisamente). Le sensazioni spiacevoli subentrano in un secondo momento: vertigini, ansia, agitazione, indifferenza verso il pericolo e depressione, che possono manifestarsi anche per diversi giorni dopo l'assunzione. L'ecstasy comporta dunque disturbi gravi del comportamento, e la mancanza di appetito o il ridotto interesse verso il sesso sono solo alcune delle conseguenze sui consumatori abituali.
Anche se non "brucia" i neuroni nel vero senso della parola, nel lungo periodo compromette le facoltà mentali: la diagnostica per immagini (risonanza magnetica) ha permesso di scoprire, nei forti consumatori di questa sostanza, una diminuzione dell'attività cerebrale nelle aree che riguardano la conoscenza e il movimento. Le conseguenze sono l'incapacità di elaborare informazioni e di svolgere attività come la guida dell'auto o della moto.

INVINCIBILE. PER FINTA
Le proprietà stimolanti dell'ecstasy spingono chi la assume a una intensa attività fisica per periodi prolungati: non si percepisce la fatica e questo porta a un improvviso innalzamento della temperatura corporea, danni a muscoli e reni, disidratazione e, nei casi più gravi, infarto. L'ecstasy raggiunge il flusso sanguigno molto rapidamente ma, una volta arrivato nel corpo, interferisce con la capacità dell'organismo di metabolizzare le sue componenti tossiche. Per questo motivo le successive dosi di questa sostanza possono produrre un elevato aumento della pressione sanguigna e danneggiare l'apparato cardiovascolare.

Fonte Wikipedia
Metanfetamina

Effetti a lungo termine
L'utilizzo a lungo termine di metanfetamina provoca innanzitutto dipendenza. Oltre a questo si può riscontrare in soggetti che utilizzano abitualmente questa sostanza la manifestazione di sintomi come comportamenti violenti, ansia, confusione, insonnia, paranoia e disturbi della personalità. Nel giro di alcuni mesi chi utilizza abitualmente questa droga ha effetti irreversibili sulle cellule cerebrali, soprattutto quelle produttrici di dopamina, che vengono danneggiate gravemente[1]. Inoltre si hanno molti altri effetti come perdita dei denti[2] e dei capelli[senza fonte]. Essendo tossica e composta utilizzando sostanze dannose può provocare la morte per overdose di chi ne fa uso.

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