giovedì 7 novembre 2013

ELABORATO DI ITALIANO E GEOGRAFIA VE 08/11/2013

Dopo aver letto i brani qui sotto riportati, illustra in sintesi il modus vivendi statunitense (e le sue cause originarie), dalle relazioni razziali, all’economia, alla politica, al sistema sanitario, scegliendo le argomentazioni più importanti, gli esempi più significativi  e notando, se possibile e utile ad una migliore comprensione, le differenze con l’Italia.

INDICAZIONI
-          completa le informazioni che mancano nella fonte;
-          inserisci i necessari collegamenti fra un argomento e l’altro;
-          fornisci esempi storici di ciò che affermi;
-          istituisci paragoni con altri periodi storici o nazioni anche dell’antichità, se è possibile e può servire ad una migliore comprensione dell’argomento;
-          rielabora profondamente il linguaggio e l’ordine concettuale;
-          utilizza brevi e non frequenti citazioni contestualizzandole accuratamente.

ELEMENTI DI VALUTAZIONE 
-          morfo-sintassi corretta e lessico adeguato anche nell’uso di avverbi e congiunzioni;
-          uso equilibrato del lessico specialistico;
-          efficacia comunicativa (da evitare ripetizioni lessicali o concettuali, monotonia nell’espressione, rime, sequenze di suoni sgradevoli, consecutio temporum o modorum errate o inappropriate);
-          chiarezza del discorso, pertinenza e completezza degli argomenti;
-          collegamenti logici efficaci tra le sequenze narrative, descrittive o argomentative;
-          capacità di sintesi.



1.       SEGREGAZIONE RAZZIALE E LOTTE PER I DIRITTI CIVILI
“Bloody Sunday in Alabama”
“[…]. Oggi novantenne, la Boynton ha combattuto strenuamente nella battaglia per i diritti civili. In numerose occasioni e nelle sue tante battaglie è andata oltre il fumo dei discorsi e delle parole mettendo sempre sé stessa fisicamente in prima linea. E‘ quanto fece il 7 marzo 1965, che oggi ricordiamo come 'la domenica di sangue'. (...)
[…] Amelia Boynton, insieme a Hosea Williams, John Lewis e Marie Foster, era in prima fila tra i neri che marciavano pacificamente da Selma a Montgomery, la capitale dell'Alabama, e che furono brutalmente aggrediti dalla polizia.
"[…] la Boynton fu brutalmente picchiata. Ricorda che 'i cavalli erano più umani dei poliziotti' perché evitavano di calpestare i manifestanti caduti a terra. Lei fu colpita fino a perdere conoscenza, un'esperienza atroce raccontata nei dettagli dalle riprese dei fotografi che erano sul luogo.
"La Boynton e suo marito Sam erano politicamente attivi a Selma prima ancora che nella città arrivassero lo Student Nonviolent Coordinating Committee e la Southern Christian Leadership Conference. Lei dirigeva la Voters' League nella Dallas County, dove il razzismo esplicito, gli esami per verificare il grado di alfabetizzazione, e domande contorte sulla Costituzione riducevano all‘1% i neri che potevano effettivamente votare. La Boynton faceva parte di quell'1 per cento.



-          Corriere della Sera 15 aprile 2001:
“Corriere della Sera: Alabama, gli uomini del Ku Klux Klan alla sbarra per una strage di 38 anni fa. Una bomba devastò una chiesa frequentata da neri, uccidendo quattro bambine

Il 15 settembre ' 63, a Birmingham, Alabama, una bomba esplose in una chiesa frequentata da neri, uccidendo quattro bambine dagli 11 ai 14 anni. Da tempo, nel Profondo Sud americano era in corso una guerra feroce tra i razzisti bianchi e gli integrazionisti. L' Alabama era in fiamme. Il governatore George Wallace aveva mandato la Guardia Nazionale a bloccare l' ingresso nelle scuole ai ragazzi neri. Alle dimostrazioni di protesta, il capo della polizia James Connor, detto «il toro», aveva sguinzagliato i cani contro i leader dei diritti civili. Presso Birmingham, «la città più segregata d' America» come la chiamò Martin Luther King, oltre mille membri del Ku Klux Klan, i macabri «cappucci bianchi», avevano dato fuoco a croci gigantesche. A Birmingham gli attentati contro la gente di colore erano così frequenti che i media l' avevano ribattezzata «Bombingham». L' America, distratta da un' altra guerra, quella del Vietnam, s' era ormai assuefatta al clima di terrore del Profondo Sud. Ma quel giorno la strage della chiesa battista della sedicesima strada la sconvolse e la mobilitò. Il Ku Klux Klan fu messo sotto accusa. Scrisse il New York Times: «E' uno dei delitti più efferati della nostra storia». Trentotto anni dopo, la tragedia di Birmingham torna alla ribalta. Domani, con la selezione della giuria, s' apre il processo contro uno dei quattro uomini del Ku Klux Klan che avrebbero fatto esplodere la bomba: Thomas Blanton, 63 anni. Un secondo, Bobby Cherry di 75, è stato giudicato incapace d' intendere e volere perché affetto da demenza. Ma Doug Jones, il procuratore dello Stato, che all' epoca della strage aveva appena 6 anni, non dispera di rovesciare la decisione del giudice James Garrett e degli psichiatri. «E' ora - ha detto - che entrambi rispondano del loro orrendo crimine. Sinora, sono stati protetti da un velo di omertà e d' intimidazione che deve cadere, se si vogliono pacificare i cittadini e risanare le ferite di Birmingham e dell' Alabama». E' facile prevedere che il caso riaprirà una ferita mai rimarginata, come hanno dimostrato i disordini razziali di questi giorni a Cincinnati. […]. Nella notte, un' auto guidata da Thomas Blanton, con una grande bandiera confederata al vento, la bandiera sudista dalla guerra civile contro i nordisti, si fermò presso la chiesa. A bordo c' erano Bobby Cherry, Frank Cash e Robert Chambliss, detto «Dynamite Bob». Cherry, Cash e Chambliss scesero dalla vettura e nascosero una rudimentale bomba a orologeria nello scantinato. La bomba esplose alcune ore dopo, seppellendo sotto le macerie quattro bambine che si stavano cambiando per la messa: Carol Robertson, Cynthia Wesley e Addie Collins, tutte di 14 anni, e Denise McNair di 11. L' Fbi, la polizia federale, che aveva degli informatori nel Ku Klux Klan, sospettò subito dei quattro. Ma sostenne di non avere prove sufficienti, e non li incriminò. Tredici anni più tardi, William Baxley, un giovane e coraggioso procuratore generale dell' Alabama, riuscì a sottoporre a processo Chambliss, e a farlo condannare all' ergastolo. Ma non poté mettere le mani su Blanton, Cherry e Cash. Quest' ultimo morì nel ' 94 senza avere espiato la sua colpa. Il procuratore Jones ha ripreso le fila dove Baxley le aveva lasciate, strappando all' Fbi le registrazioni clandestine da essa fatte delle conversazioni che Blanton tenne in casa.
Ennio Caretto, (15 aprile 2001) - Corriere della Sera.”

[I nativi]
2.       “Finché l’erba crescerà e l’acqua scorrerà” tratto da Storia del popolo americano dal 1492 a oggi di Howard Zinn (professore emerito della Boston University)



Nel suo libro The Disinherited, Dale Van Every riassume il significato del trasferimento per gli indiani:
L'indiano era particolarmente sensibile a tutti gli attributi sensoriali di qualsiasi elemento naturale del suo ambiente. Viveva all'aperto. Conosceva ogni acquitrino, radura, collina, rupe, sorgente, ruscello, come solo un cacciatore può conoscerli. Non aveva mai compreso del tutto il principio su cui si fondava la proprietà privata del suolo, che non gli pareva più razionale della proprietà privata dell'aria, ma il suo amore per la terra comportava un'emozione più profonda di quella di qualsiasi proprietario. Se ne sentiva parte proprio come le rocce e gli alberi, gli animali e gli uccelli. La sua terra natia era un suolo sacro, santificato dalle ossa dei suoi antenati che vi riposavano, ed era il tempio naturale della sua religione.

Poco prima che Jackson divenisse presidente, negli anni venti dell'Ottocento, dopo i clamori del conflitto del 1812 e della guerra contro i creek, nel Sud gli indiani e i bianchi si erano placati e sistemati, spesso molto vicini gli uni agli altri, e vivevano in pace in mezzo a una natura che sembrava avere risorse sufficienti per tutti. I bianchi potevano visitare le comunità indiane e le famiglie bianche spesso ricevevano ospiti indiani. I personaggi emblematici della frontiera, i Davy Crockett e i Sam Houston, erano figli di questa atmosfera: entrambi - a differenza di Jackson - furono amici degli indiani per tutta la vita.
[…] In Georgia, Alabama e Tennessee diciassettemila cherokee erano accerchiati da novecentomila bianchi: decisero che per sopravvivere era necessario adattarsi al mondo dell'uomo bianco. […] Il nuovo consiglio legislativo dei cherokee approvò lo stanziamento di denaro per una macchina da stampa che permise dal 21 febbraio 1828 la pubblicazione di un giornale d'informazione bilingue, lo Cherokee Phoenix.
Prima di allora i cherokee, come le altre tribù indiane, avevano fatto a meno di un apparato di governo. Spiega Van Every:

Il principio di base del governo indiano era sempre stato il rifiuto de governo stesso. La libertà dell'individuo era considerata praticarmente da tutti gli indiani a nord del Messico come una regola infinitamente più preziosa del dovere dello stesso individuo verso la sua comunità o la sua nazione. Questa visione anarchica governava tutti i comportamenti, a partire dall'unità sociale più piccola, la famiglia, genitore indiano era costituzionalmente restio a punire i figli. Le loro dimostrazioni di caparbietà erano sempre accolte come un'indicazione propizia dello sviluppo di un carattere che stava maturando.

[…]In certe occasioni si riuniva un consiglio, i cui membri non erano fissi e le cui decisioni erano imposte soltanto dal peso dell'opinione pubblica. Ora, sotto l'influenza della società bianca, la situazione cambiò. I cherokee cominciarono addirittura a imitare la società schiavista: possedevano più di mille schiavi. Cominciarono a somigliare a quella "civiltà" di cui parlava l'uomo bianco. Accolsero addirittura i missionari e il cristianesimo. Ma nulla di tutto ciò li rese più desiderabili della terra su cui vivevano.



[…]Nell'aprile 1838 Ralph Waldo Emerson indirizzò al presidente Van Buren una lettera aperta in cui manifestava la propria indignazione per il trattato di trasferimento firmato con i cherokee (ma alle spalle della stragrande maggioranza dei membri della tribù), chiedendo dove fosse finito in America il senso della giustizia […].
Tredici giorni prima che Emerson inviasse questa lettera, Martin Van Buren aveva ordinato al generale maggiore Winfield Scott di ricorrere a tutta la forza militare necessaria per far trasferire a ovest i cherokee. Nei territori della tribù avevano cominciato a riversarsi cinque reggimenti di regolari e quattromila miliziani e volontari.
Alcuni cherokee, a quanto pareva, avevano cessato di credere nella nonviolenza: tre capi, firmatari del trattato per il trasferimento, furono trovati assassinati. Ben presto, tuttavia, diciassettemila cherokee furono presi e rinchiusi in recinti. Il 1° ottobre 1838 il primo gruppo si incamminò sul cosiddetto "sentiero delle lacrime". Nella marcia verso ovest cominciarono a morire, uccisi dalle malattie, dalla siccità, dal caldo, dal freddo. Vi erano seicentoquarantacinque carri, e la gente camminava al loro fianco. I sopravvissuti, anni dopo, raccontarono di quando si erano fermati sulla riva del Mississippi in pieno inverno, con il fiume parzialmente ghiacciato: c'erano «centinaia di malati e moribondi, stipati nei carri o distesi a terra». Nel periodo in cui furono confinati nel recinto e poi durante la marcia verso ovest i morti furono quattromila.
Nel dicembre 1838 il presidente Van Buren disse al Congresso:

È davvero un piacere poter informare il Congresso del completamento di trasferimento della nazione degli indiani cherokee nelle sue nuove case a ovest del Mississippi. Le misure autorizzate dal Congresso nella sua passata sessione hanno avuto gli effetti più felici.


3.      GRANDE DEPRESSIONE
  
Furore
Furore è un romanzo del premio Nobel John Steinbeck (1902-1968). Fu pubblicato a New York nel 1939.
E’ la storia dei Joad: a causa dell’impoverimento, reso tragico anche dalle tempeste di sabbia, dust bowls,  che spazzarono le Grandi Pianure tra il 1931 e il 1939, questa famiglia di contadini dell’Oklaoma deve abbandonare le proprie terre per una drammatica migrazione verso la California. L’ovest appare coma la terra promessa e sarà, invece, una terra di sfruttamento e lavoro umiliante.
Cerca di contestualizzare e spiegare la citazione qui sotto riportata.

“ La banca è qualcosa di diverso da un essere umano. Capita che chiunque faccia parte di una banca non approvi l'operato della banca, eppure la banca fa lo stesso. Vi ripeto che la banca è qualcosa di più di un essere umano. È il mostro. L'hanno fatta degli uomini, questo sì, ma gli uomini non la possono tenere sotto controllo.”(p. 42)

Madre e figlio, migrazione interna USA1936 
foto di Dorothea Lange


4.       LA RIFORMA SANITARIA IN BREVE
 “Dal primo ottobre [2013] molti cittadini americani hanno la possibilità di registrarsi sul sito HealthCare.gov  – con intasamenti sui server, messaggi di errore, etc – e iscriversi ai programmi previsti dall’entrata in vigore del “Patient Protection and Affordable Care Act”, cioè la riforma del sistema sanitario diventata legge nel marzo nel 2010, contestatissima dai repubblicani e giudicata legittima dalla Corte Suprema nel 2012. La legge è considerata fin qui la più importante riforma approvata da Barack Obama nella sua presidenza, nonché una delle più significative della storia recente degli Stati Uniti. La legge entrerà in vigore il primo gennaio 2014 ma diversi passi in vista della sua implementazione vanno fatti in questi mesi e stanno incontrando l’opposizione dei governatori repubblicani.
Fra i molti provvedimenti contenuti nella legge, il più importante obbliga tutti i cittadini americani a possedere una copertura sanitaria attraverso un’assicurazione. Allo stesso tempo, però, la riforma garantisce molti sgravi fiscali e sussidi ai meno abbienti, allarga la copertura del Medicaid, il programma federale per i più poveri e fornisce aiuti alle società private che forniscono copertura sanitaria a chi fin qui non era assicurato. La riforma proibisce inoltre che le condizioni sanitarie pregresse di un paziente gli impediscano di contrarre un’assicurazione. Questo era uno dei punti più controversi del sistema americano: le persone sopravvissute a un cancro (che spesso sono anche le più esposte ad una recrudescenza della malattia) vengono sistematicamente rifiutate dalle compagnie assicurative, indipendentemente dalla propria condizione economica.

Corte Suprema Stati Uniti

Perché gli stati possono tirarsi fuori.
Con la sentenza che ha confermato la sua costituzionalità, però, la Corte Suprema ha reso facoltativa per i singoli stati l’espansione del programma Medicaid. Quelli che hanno aderito alla riforma saranno obbligati a fornire copertura gratuita alle famiglie il cui reddito supera la soglia di povertà statale di un terzo (qui i valori: per una famiglia di 4 persone la soglia è 23.550 dollari); verrà inoltre creato un mercato unico, regolamentato dallo Stato, in cui le compagnie assicurative potranno offrire ai cittadini polizze a prezzi agevolati e coperti da sussidi statali.
Il problema è che praticamente tutti gli stati del sud-est, controllati dai repubblicani, hanno deciso di non espandere il Medicaid, perché secondo loro il governo federale non può permettersi di pagare un ulteriore programma di copertura sanitaria e perché il costo della riforma porterà a un aumento delle tasse. In questi stati – tra cui Texas, Virginia, Georgia, Florida, South Carolina – il Medicaid non sarà espanso e le compagnie assicurative private non riceveranno sussidi per coprire le famiglie a reddito molto basso. Il governo ha stimato che entro il 2014 la riforma sanitaria avrebbe dovuto coprire 14 milioni di persone dei 48,6 milioni al momento non assicurate né dal Medicaid né da polizze private. Secondo il Washington Post, a causa di alcuni difetti strutturali del sistema sanitario americano, se anche la riforma venisse applicata da tutti gli stati rimarrebbero comunque senza copertura circa 26 milioni di americani.”


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