Dopo aver letto i brani qui sotto
riportati, illustra in sintesi il modus
vivendi statunitense (e le sue cause originarie), dalle relazioni razziali,
all’economia, alla politica, al sistema sanitario, scegliendo le argomentazioni
più importanti, gli esempi più significativi
e notando, se possibile e utile ad una migliore comprensione, le
differenze con l’Italia.
INDICAZIONI
-
completa le
informazioni che mancano nella fonte;
-
inserisci i
necessari collegamenti fra un argomento e l’altro;
-
fornisci esempi
storici di ciò che affermi;
-
istituisci paragoni
con altri periodi storici o nazioni anche dell’antichità, se è possibile e può servire
ad una migliore comprensione dell’argomento;
-
rielabora
profondamente il linguaggio e l’ordine concettuale;
-
utilizza brevi e
non frequenti citazioni contestualizzandole accuratamente.
ELEMENTI DI
VALUTAZIONE
-
morfo-sintassi
corretta e lessico adeguato anche nell’uso di avverbi e congiunzioni;
-
uso equilibrato
del lessico specialistico;
-
efficacia
comunicativa (da evitare ripetizioni lessicali o concettuali, monotonia
nell’espressione, rime, sequenze di suoni sgradevoli, consecutio temporum o modorum
errate o inappropriate);
-
chiarezza del
discorso, pertinenza e completezza degli argomenti;
-
collegamenti
logici efficaci tra le sequenze narrative, descrittive o argomentative;
-
capacità di
sintesi.
1.
SEGREGAZIONE RAZZIALE E LOTTE PER I DIRITTI
CIVILI
“Bloody Sunday in
Alabama”
“[…]. Oggi novantenne, la Boynton ha combattuto strenuamente nella
battaglia per i diritti civili. In numerose occasioni e nelle sue tante
battaglie è andata oltre il fumo dei discorsi e delle parole mettendo sempre sé
stessa fisicamente in prima linea. E‘ quanto fece il 7 marzo 1965, che oggi
ricordiamo come 'la domenica di sangue'. (...)
[…] Amelia Boynton, insieme a Hosea Williams, John Lewis e Marie Foster,
era in prima fila tra i neri che marciavano pacificamente da Selma a
Montgomery, la capitale dell'Alabama, e che furono brutalmente aggrediti dalla
polizia.
"[…] la Boynton fu brutalmente picchiata. Ricorda che 'i cavalli
erano più umani dei poliziotti' perché evitavano di calpestare i manifestanti
caduti a terra. Lei fu colpita fino a perdere conoscenza, un'esperienza atroce
raccontata nei dettagli dalle riprese dei fotografi che erano sul luogo.
"La Boynton e suo marito Sam erano politicamente attivi a Selma
prima ancora che nella città arrivassero lo Student Nonviolent Coordinating
Committee e la Southern Christian Leadership Conference. Lei dirigeva la
Voters' League nella Dallas County, dove il razzismo esplicito, gli esami per
verificare il grado di alfabetizzazione, e domande contorte sulla Costituzione
riducevano all‘1% i neri che potevano effettivamente votare. La Boynton faceva
parte di quell'1 per cento.
-
Corriere della Sera 15 aprile 2001:
“Corriere della Sera: Alabama,
gli uomini del Ku Klux Klan alla sbarra per una strage di 38 anni fa. Una
bomba devastò una chiesa frequentata da neri, uccidendo quattro bambine
Il 15 settembre ' 63, a Birmingham, Alabama, una bomba esplose in una
chiesa frequentata da neri, uccidendo quattro bambine dagli 11 ai 14 anni. Da
tempo, nel Profondo Sud americano era in corso una guerra feroce tra i razzisti
bianchi e gli integrazionisti. L' Alabama era in fiamme. Il governatore George
Wallace aveva mandato la Guardia Nazionale a bloccare l' ingresso nelle scuole
ai ragazzi neri. Alle dimostrazioni di protesta, il capo della polizia James
Connor, detto «il toro», aveva sguinzagliato i cani contro i leader dei diritti
civili. Presso Birmingham, «la città più segregata d' America» come la chiamò
Martin Luther King, oltre mille membri del Ku Klux Klan, i macabri «cappucci
bianchi», avevano dato fuoco a croci gigantesche. A Birmingham gli attentati
contro la gente di colore erano così frequenti che i media l' avevano ribattezzata
«Bombingham». L' America, distratta da un' altra guerra, quella del Vietnam, s'
era ormai assuefatta al clima di terrore del Profondo Sud. Ma quel giorno la
strage della chiesa battista della sedicesima strada la sconvolse e la
mobilitò. Il Ku Klux Klan fu messo sotto accusa. Scrisse il New York Times: «E'
uno dei delitti più efferati della nostra storia». Trentotto anni dopo, la
tragedia di Birmingham torna alla ribalta. Domani, con la selezione della
giuria, s' apre il processo contro uno dei quattro uomini del Ku Klux Klan che
avrebbero fatto esplodere la bomba: Thomas Blanton, 63 anni. Un secondo, Bobby
Cherry di 75, è stato giudicato incapace d' intendere e volere perché affetto
da demenza. Ma Doug Jones, il procuratore dello Stato, che all' epoca della
strage aveva appena 6 anni, non dispera di rovesciare la decisione del giudice
James Garrett e degli psichiatri. «E' ora - ha detto - che entrambi rispondano
del loro orrendo crimine. Sinora, sono stati protetti da un velo di omertà e d'
intimidazione che deve cadere, se si vogliono pacificare i cittadini e risanare
le ferite di Birmingham e dell' Alabama». E' facile prevedere che il caso
riaprirà una ferita mai rimarginata, come hanno dimostrato i disordini razziali
di questi giorni a Cincinnati. […]. Nella notte, un' auto guidata da Thomas
Blanton, con una grande bandiera confederata al vento, la bandiera sudista
dalla guerra civile contro i nordisti, si fermò presso la chiesa. A bordo c'
erano Bobby Cherry, Frank Cash e Robert Chambliss, detto «Dynamite Bob».
Cherry, Cash e Chambliss scesero dalla vettura e nascosero una rudimentale
bomba a orologeria nello scantinato. La bomba esplose alcune ore dopo,
seppellendo sotto le macerie quattro bambine che si stavano cambiando per la
messa: Carol Robertson, Cynthia Wesley e Addie Collins, tutte di 14 anni, e
Denise McNair di 11. L' Fbi, la polizia federale, che aveva degli informatori
nel Ku Klux Klan, sospettò subito dei quattro. Ma sostenne di non avere prove
sufficienti, e non li incriminò. Tredici anni più tardi, William Baxley, un
giovane e coraggioso procuratore generale dell' Alabama, riuscì a sottoporre a
processo Chambliss, e a farlo condannare all' ergastolo. Ma non poté mettere le
mani su Blanton, Cherry e Cash. Quest' ultimo morì nel ' 94 senza avere espiato
la sua colpa. Il procuratore Jones ha ripreso le fila dove Baxley le aveva
lasciate, strappando all' Fbi le registrazioni clandestine da essa fatte delle
conversazioni che Blanton tenne in casa.
Ennio Caretto, (15 aprile 2001) - Corriere della Sera.”
[I nativi]
2. “Finché l’erba crescerà e l’acqua scorrerà” tratto
da Storia del popolo americano dal 1492 a
oggi di Howard Zinn (professore emerito della Boston University)
Nel suo libro The Disinherited, Dale Van Every riassume il significato
del trasferimento per gli indiani:
L'indiano era particolarmente sensibile a tutti gli attributi sensoriali
di qualsiasi elemento naturale del suo ambiente. Viveva all'aperto. Conosceva
ogni acquitrino, radura, collina, rupe, sorgente, ruscello, come solo un
cacciatore può conoscerli. Non aveva mai compreso del tutto il principio su cui
si fondava la proprietà privata del suolo, che non gli pareva più razionale
della proprietà privata dell'aria, ma il suo amore per la terra comportava
un'emozione più profonda di quella di qualsiasi proprietario. Se ne sentiva
parte proprio come le rocce e gli alberi, gli animali e gli uccelli. La sua
terra natia era un suolo sacro, santificato dalle ossa dei suoi antenati che vi
riposavano, ed era il tempio naturale della sua religione.
Poco prima che Jackson divenisse presidente, negli anni venti
dell'Ottocento, dopo i clamori del conflitto del 1812 e della guerra contro i
creek, nel Sud gli indiani e i bianchi si erano placati e sistemati, spesso
molto vicini gli uni agli altri, e vivevano in pace in mezzo a una natura che
sembrava avere risorse sufficienti per tutti. I bianchi potevano visitare le
comunità indiane e le famiglie bianche spesso ricevevano ospiti indiani. I
personaggi emblematici della frontiera, i Davy Crockett e i Sam Houston, erano
figli di questa atmosfera: entrambi - a differenza di Jackson - furono amici
degli indiani per tutta la vita.
[…] In Georgia, Alabama e Tennessee diciassettemila cherokee erano
accerchiati da novecentomila bianchi: decisero che per sopravvivere era
necessario adattarsi al mondo dell'uomo bianco. […] Il nuovo consiglio
legislativo dei cherokee approvò lo stanziamento di denaro per una macchina da
stampa che permise dal 21 febbraio 1828 la pubblicazione di un giornale
d'informazione bilingue, lo Cherokee Phoenix.
Prima di allora i cherokee, come le altre tribù indiane, avevano fatto a
meno di un apparato di governo. Spiega Van Every:
Il principio di base del governo indiano era sempre stato il rifiuto de
governo stesso. La libertà dell'individuo era considerata praticarmente da
tutti gli indiani a nord del Messico come una regola infinitamente più preziosa
del dovere dello stesso individuo verso la sua comunità o la sua nazione.
Questa visione anarchica governava tutti i comportamenti, a partire dall'unità
sociale più piccola, la famiglia, genitore indiano era costituzionalmente
restio a punire i figli. Le loro dimostrazioni di caparbietà erano sempre
accolte come un'indicazione propizia dello sviluppo di un carattere che stava
maturando.
[…]In certe occasioni si riuniva un consiglio, i cui membri non erano
fissi e le cui decisioni erano imposte soltanto dal peso dell'opinione
pubblica. Ora, sotto l'influenza della società bianca, la situazione cambiò. I
cherokee cominciarono addirittura a imitare la società schiavista: possedevano
più di mille schiavi. Cominciarono a somigliare a quella "civiltà" di
cui parlava l'uomo bianco. Accolsero addirittura i missionari e il
cristianesimo. Ma nulla di tutto ciò li rese più desiderabili della terra su
cui vivevano.
[…]Nell'aprile 1838 Ralph Waldo Emerson indirizzò al presidente Van Buren
una lettera aperta in cui manifestava la propria indignazione per il trattato
di trasferimento firmato con i cherokee (ma alle spalle della stragrande
maggioranza dei membri della tribù), chiedendo dove fosse finito in America il
senso della giustizia […].
Tredici giorni prima che Emerson inviasse questa lettera, Martin Van
Buren aveva ordinato al generale maggiore Winfield Scott di ricorrere a tutta
la forza militare necessaria per far trasferire a ovest i cherokee. Nei
territori della tribù avevano cominciato a riversarsi cinque reggimenti di
regolari e quattromila miliziani e volontari.
Alcuni cherokee, a quanto pareva, avevano cessato di credere nella
nonviolenza: tre capi, firmatari del trattato per il trasferimento, furono
trovati assassinati. Ben presto, tuttavia, diciassettemila cherokee furono
presi e rinchiusi in recinti. Il 1° ottobre 1838 il primo gruppo si incamminò
sul cosiddetto "sentiero delle lacrime". Nella marcia verso ovest
cominciarono a morire, uccisi dalle malattie, dalla siccità, dal caldo, dal
freddo. Vi erano seicentoquarantacinque carri, e la gente camminava al loro
fianco. I sopravvissuti, anni dopo, raccontarono di quando si erano fermati
sulla riva del Mississippi in pieno inverno, con il fiume parzialmente
ghiacciato: c'erano «centinaia di malati e moribondi, stipati nei carri o
distesi a terra». Nel periodo in cui furono confinati nel recinto e poi durante
la marcia verso ovest i morti furono quattromila.
Nel dicembre 1838 il presidente Van Buren disse al Congresso:
È davvero un piacere poter informare il Congresso del completamento di
trasferimento della nazione degli indiani cherokee nelle sue nuove case a ovest
del Mississippi. Le misure autorizzate dal Congresso nella sua passata sessione
hanno avuto gli effetti più felici.
3. GRANDE DEPRESSIONE
Furore
Furore è un romanzo del premio Nobel John Steinbeck (1902-1968). Fu
pubblicato a New York nel 1939.
E’ la storia dei Joad: a causa dell’impoverimento, reso tragico anche
dalle tempeste di sabbia, dust bowls,
che spazzarono le Grandi Pianure tra il 1931 e il 1939, questa famiglia
di contadini dell’Oklaoma deve abbandonare le proprie terre per una drammatica
migrazione verso la California. L’ovest appare coma la terra promessa e sarà,
invece, una terra di sfruttamento e lavoro umiliante.
Cerca di contestualizzare e spiegare la citazione qui sotto riportata.
“ La banca è qualcosa di diverso da un essere umano. Capita
che chiunque faccia parte di una banca non approvi l'operato della banca, eppure
la banca fa lo stesso. Vi ripeto che la banca è qualcosa di più di un essere
umano. È il mostro. L'hanno fatta degli uomini, questo sì, ma gli uomini non la
possono tenere sotto controllo.”(p. 42)
Madre e figlio, migrazione interna USA1936
foto di Dorothea Lange
4.
LA RIFORMA SANITARIA IN BREVE
“Dal primo ottobre [2013] molti cittadini
americani hanno la possibilità di registrarsi sul sito HealthCare.gov – con intasamenti sui server, messaggi di
errore, etc – e iscriversi ai programmi previsti dall’entrata in vigore del
“Patient Protection and Affordable Care Act”, cioè la riforma del sistema
sanitario diventata legge nel marzo nel 2010, contestatissima dai repubblicani
e giudicata legittima dalla Corte Suprema nel 2012. La legge è considerata fin
qui la più importante riforma approvata da Barack Obama nella sua presidenza,
nonché una delle più significative della storia recente degli Stati Uniti. La
legge entrerà in vigore il primo gennaio 2014 ma diversi passi in vista della
sua implementazione vanno fatti in questi mesi e stanno incontrando
l’opposizione dei governatori repubblicani.
Fra i molti
provvedimenti contenuti nella legge, il più importante obbliga tutti i
cittadini americani a possedere una copertura sanitaria attraverso
un’assicurazione. Allo stesso tempo, però, la riforma garantisce molti sgravi
fiscali e sussidi ai meno abbienti, allarga la copertura del Medicaid, il
programma federale per i più poveri e fornisce aiuti alle società private che
forniscono copertura sanitaria a chi fin qui non era assicurato. La riforma
proibisce inoltre che le condizioni sanitarie pregresse di un paziente gli
impediscano di contrarre un’assicurazione. Questo era uno dei punti più controversi
del sistema americano: le persone sopravvissute a un cancro (che spesso sono
anche le più esposte ad una recrudescenza della malattia) vengono
sistematicamente rifiutate dalle compagnie assicurative, indipendentemente
dalla propria condizione economica.
Corte Suprema Stati Uniti
Perché gli stati
possono tirarsi fuori.
Con la sentenza che ha confermato la sua costituzionalità,
però, la Corte Suprema ha reso facoltativa per i singoli stati l’espansione del
programma Medicaid. Quelli che hanno aderito alla riforma saranno obbligati a
fornire copertura gratuita alle famiglie il cui reddito supera la soglia di
povertà statale di un terzo (qui i valori: per una famiglia di 4 persone la
soglia è 23.550 dollari); verrà inoltre creato un mercato unico, regolamentato
dallo Stato, in cui le compagnie assicurative potranno offrire ai cittadini
polizze a prezzi agevolati e coperti da sussidi statali.
Il problema è che praticamente tutti gli stati del sud-est,
controllati dai repubblicani, hanno deciso di non espandere il Medicaid, perché
secondo loro il governo federale non può permettersi di pagare un ulteriore
programma di copertura sanitaria e perché il costo della riforma porterà a un
aumento delle tasse. In questi stati – tra cui Texas, Virginia, Georgia,
Florida, South Carolina – il Medicaid non sarà espanso e le compagnie
assicurative private non riceveranno sussidi per coprire le famiglie a reddito
molto basso. Il governo ha stimato che entro il 2014 la riforma sanitaria
avrebbe dovuto coprire 14 milioni di persone dei 48,6 milioni al momento non
assicurate né dal Medicaid né da polizze private. Secondo il Washington Post, a
causa di alcuni difetti strutturali del sistema sanitario americano, se anche
la riforma venisse applicata da tutti gli stati rimarrebbero comunque senza
copertura circa 26 milioni di americani.”
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